quaeryonstaff

Metti una sera a … pranzo! Segui le 10 regole D’O-ro .

In Must Have, Try, Taste, Be... on gennaio 10, 2011 at 10:10 am

C’è un posto a Milano, mi correggo: in provincia di Milano…mi ri-correggo: c’è un angolo di strada in un paese in provincia di Milano, dove la tecnologia potrà condurti certamente quando vorrai (traffico permettendo) ma in cui non entrerai mai se non (e nell’ordine):

1. su prenotazione ( e fin qui…)
2. chiamata per prenotazione ( e anche qui..)
3. richiamata per prenotazione ad orario predefinito (altrimenti non la prendono…)
4. imposizione data (per una cena solitamente non prima di 2 mesi dalla tua chiamata!)
5. induzione alla scelta per il pranzo (per sfinimento… )
6. negoziazione orario d’arrivo
7. richiesta di un’ora di permesso dal lavoro
8. varie, eventuali (dipende dalla persona) e successive chiamate per verificare eventuali disdette “last second” da parte di altri condannati che avevano prenotato per cena due mesi prima ed a cui è salito un febbrone da cavallo o è sopraggiunto uno di quei “brevi ma intensi” episodi influenzali di tipo olistico- febbre,intestino, orecchio, naso, gola- che li costringono a rinunciare …
9. ultima chiamata di conferma (per il pranzo, sob!)
10. training autogeno di convincimento che pranzo e cena sono la stessa cosa, basta ricordarsi di: non bere troppo- non mangiare troppo- trangugiare il tutto in tempo per rientare in ufficio all’orario prestabilito (tempi di stop in tangenziale compresi…)- non fissare riunioni importanti nell’immediato pomeriggio ed infine fare bancomat … a Milano! (o portarsi le Nike AIR con le ali di Pacman incorporate per cercarne uno e funzionante nelle vicinanze, poichè si paga only by Cash!!!)

Una volta giunti, dopo aver recitato di default la cantilena “Regina , Reginella*” , seduti e rinfrancati… sfoglierete il Menù ed inizierete un viaggio … un viaggio di parole, fantasticherie, fantasie, curiosità, coraggio, odori, sapori, stupore, incredulità… un viaggio fatto di tante piccole Madelaines de Proust che vi (ri)porteranno a zucchero filato e pasta della nonna, primavere in bicicletta ed estati a Taormina, minestrine salvifiche e paté-de-fois-gras con caviale e Champagne…
In questo viaggio il topo Ratatouille fa il percorso inverso e porta in tavola pietanze sofisticate, lo stato dell’arte di un artista sensibile ed elegantemente semplice, in cui si rinvengono sapori genuini d‘antan

* Regina, Reginella quanti passi dovrò far per arrivare al tuo castello…, ndr

cipolla caramellata con parmigiano caldo e freddo

cipolla caramellata con parmigiano caldo e freddo

Uomini sull’orlo di una crisi emozionale

In "curiosity (always) kills the cat" on settembre 19, 2013 at 3:56 PM
uomini sull'orlo di una crisi emozionale

uomini sull’orlo di una crisi emozionale

Da tempo mi capita di osservare alcune attitudini diffuse nella popolazione maschile:
incontro uomini che parlano dei figli come un tempo facevano le donne. Uno, durante una cena, ha raccontato dell’ispezione anale che il pediatra ha praticato al figlio di 3 anni e ha concluso esclamando:” è stato come se l’ avessero fatto a me!”, mancava solo che congiungesse le mani per assomigliare tale e quale a mia nonna…
Conosco manager e dirigenti d’azienda che prendono ferie per accompagnare i loro pargoli al primo giorno di scuola, altri che sostengono andirivieni da sfinimento, che assomigliano più ad auto punizioni  tra l’altro, e solo perché il  lavoro li costringe troppo spesso lontano dai figli…

Ora, io dico: l’ amore è un sentimento e come tale va rispettato. Ognuno è libero di manifestarlo nella maniera che ritiene più appagante. Ma com’ è che gli uomini hanno riscoperto tutt’ a un tratto la necessità di manifestare in modo così “evidente” l’amore di cui sono capaci e perché proprio nei confronti dei propri figli?
Si, perché si tratta di questo: una devozione assoluta, appannaggio dei figli.

A questa osservazione si ricollega , se riflettiamo, un altro trend: quello che vede i Peter Pan italiani starsene relativamente “tranquilli” fino ai 40-45 circa o almeno fino a quando non sopraggiunge il “desiderio di paternità” , momento in cui, cercano la giovenca da 25, la ingravidano e si trasformano nella tipologia di cui all’ inizio ( se non l’hanno già fatto a 30 anni, per poi divorziare a 40-45 e iniziare il secondo giro dopo i 50…):

Et voilà, les bebes sont faits!

L’ altra sera, a cena con persone autorevoli, ho lanciato la provocazione, chiedendo il perché di questa siderale lontananza dalle donne e di questo ritrovato amore nei confronti dei figli.
La risposta più interessante me l’ ha data una scrittrice molto acuta: dopo secoli passati a nasconderla e mentre la donna gliene fornisce l’ opportunità – grazie alla sua indipendenza- allontanandolo, l’ uomo si riappropria progressivamente della propria emozionalità e della libertà di manifestarla.

Così facendo sarà in grado di riappropriarsi anche del suo ruolo di maschio.
Chapeau!

La lezione siriana

In Oriana Fallaci on settembre 8, 2013 at 8:20 am
Ho conosciuto Maria su una terrazza a Milano .
Ha scelto di parlare con me per chiedermi perché ho un nome arabo pur essendo italiana.
Quando mi ha rivelato di essere siriana e di aver ottenuto asilo politico in Italia, quella scelta, che avevo giá ricambiato ma fino ad allora perché travolta dal fascino dei suoi occhi profondi e dei suoi capelli cortissimi, é diventata una conversazione serrata di circa due ore.
Dai suoi studi sulla moda, alla scarsa partecipazione politica degli italiani, per arrivare ai suoi progetti per il futuro e alle speranze del popolo siriano…
Il giorno in cui, di ritorno dalla Cina, in aereo, ho letto della strage di Hula e ho visto un fotomontaggio di Bashar Al Assad che veniva mostrato come uno sciacallo, o qualcosa di simile, una bestia astuta e spietata in ogni caso, questo personaggio ha iniziato a inquietarmi e turbarmi ma non é mai riuscito a convincermi della sua intera e unica colpevolezza .
Mi sono informata, ho letto della sua famiglia, della sua storia delle sue riforme e non sono arrivata a farmelo completamente nemico.
Maria mi ha confermato quanto letto: Bashar ha fatto molto per il suo popolo, dopo il governo del padre e nonostante il fratello.
Quando il Paese ha rivendicato l’indipendenza ha difeso il suo regime.
Ma, in veritá, ” l’ informazione” più preziosa che ho ricevuto da Maria, quella sera, non é stata di retroscena, né di cronaca, bensì ideologica, politica e probabilmente etica.
Alla domanda più banale che forse ho mai fatto e che recitava all’incirca così:
” ma vi aspettate davvero che i ribelli possano arrivare a costruire qualcosa in Siria? Un governo? L’ indipendenza ?”
Maria ha risposto:
” i ribelli siriani non vogliono costruire un governo, sanno che per quello occorrono i politici e sono consapevoli di averne in Siria, combattono per lasciar loro la possibilitá di agire”
Spiazzata, mi sono ritrovata a pensare, per l’ennesima volta, che gli italiani non hanno la stessa consapevolezza e che non combattono per cambiare le cose, solo che, ho realizzato, stavolta, il paragone era con un paese arabo in lotta per l’ indipendenza!
La prossima?
la lezione siriana

la lezione siriana